“Non si gioca col cibo”, ma i Sacchi di Sabbia se ne infischiano

Sguardazzo/recensione di "Sandokan o la fine dell'avventura"

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Cosa: Sandokan o la fine dell'avventura
Chi: I Sacchi di Sabbia (Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerreri, Enzo Illiano, Giulia Solano)
Dove: Vorno (LU), SPE Dello Scompiglio
Quando: 18/01/2015
Per quanto: 60 minuti

Prima fila, età media: sei anni. Bambini sghignazzanti e sovreccitati che smaniano per assistere allo spettacolo. Un tavolo di legno: siamo forse in cucina?

Entrano in scena quattro attori: tenute da cuoco, buste della spesa… che Sandokan è mai questo? Sul legno (divertiamoci con giochi di parole – gli assi della nave si proiettano su quel tavolo così comune mediante la narr-azione) si svolgono sanguinose battaglie culinarie. I quattro (Gabriele CarliGiulia GalloEnzo IllianoGiovanni Guerrieri) espongono le gesta della valorosa Tigre della Malesia, ma il puro racconto è secondario rispetto all’effettiva azione scenica. La stessa voce narrante (incarnata alternativamente dai diversi attori) non è del tutto complementare all’azione: è senza dubbio esplicativa, ma secondaria, al punto che, nel caotico sferragliar di posate e nel saltare in aria di pezzi delle più svariate verdure, della voce talvolta si perde il significato, benché ciò non disturbi affatto.

Nella varietà cromatica, sonora e olfattiva che va costruendosi, e che si fa sempre più sregolata, s’innalzano risate e stridule voci infantili, tanto che, dal momento in cui le risa non possono controllarsi e le verdure debordano nello spazio scenico, i bambini si lanciano all’assalto, irrompono e si esaltano: nessun genitore può adesso avvalersi del monito «non si gioca con il cibo», e una volta tanto si può assistere al lancio di quel quasi sacro mangiare che – insegna la mamma – non andrebbe sprecato.

I cadaveri dei “caduti” vengono sottratti al campo da piccole mani apparentemente innocenti. L’irruzione si integra nello spettacolo: gli artisti riescono a provocare nuove esplosioni di risa uscendo per qualche istante dalla finzione, danzando tra i diversi piani dell’azione scenica senza perderne il filo.

Gabriele Carli, Giovanni Guerrieri, Giulia Gallo ed Enzo Illiano, 'Sandokan', Sacchi di SabbiaBambini che giocano, cibo che salta e risate, il tutto all’interno della Rassegna Teatro Ragazzi dello Scompiglio: non stiamo parlando di uno spettacolo per bambini e, anzi, le citazioni, talvolta letterali, sono apprezzabili soprattutto da chi conosca Sandokan e, meglio ancora, abbia letto Le Tigri di Mompracem. Parliamo di un tipo di teatro universalmente fruibile, che permette la “stratificazione” del pubblico, per cui la performance, come di consueto con i Sacchi di Sabbia, agisce sui vari livelli in modo diverso (un lettore certamente coglierà citazioni che altri troveranno irrilevanti, conoscendo a malapena la storia, o avendola magari acquisita grazie allo sceneggiato televisivo).

Insomma, nel caotico rumoreggiare, ridere, sgranocchiare carote abbandonate, e comunque seguire il filo di una storia certo non troppo complessa ma pur sempre ricca di nomi e dettagli, si è finiti – almeno in questa peculiare situazione – per far completamente parte dello spettacolo, mentre la flebile quarta parete non faceva che incrinarsi e disciogliersi, per solidificarsi ancora.

Antonio Ligabue, 'Il re della foresta'

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un quadro sarebbe... "Il re della foresta" di Antonio Ligabue

Locandina dello spettacolo



Titolo: Sandokan o la fine dell'avventura

Liberamente tratto da “Le tigri di Mompracem” di Emilio Salgari
scrittura scenica Giovanni Guerrieri
con la collaborazione di Giulia Gallo e Giulia Solano
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano
tecnica Federico Polacci
costumi Luisa Pucci
Produzione I Sacchi di Sabbia/Compagnia Sandro Lombardi in collaborazione con Teatro Sant’Andrea, La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi
Con il sostegno della Regione Toscana


Il tavolo di una cucina, cinque grembiuli da cuoco e poi mestoli, padelle, forchettoni. Sul campo di battaglia è schierato un novello esercito di Mompracem, composto da ravanelli, verza, carote e patate. Una originalissima versione “al vegetale” del romanzo di "Sandokan".  Il luogo in cui si svolge l'azione è una cucina: attorno ad un tavolo si raccolgono i quattro personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. Sandokan sposta l’azione dalle esotiche atmosfere asiatiche ad una semplice cucina; che diventa improvvisamente regno della perla di Labuan, nave dei pirati, villa di Lord Guillonk, foresta malese, spiaggia di Mompracem. Perno dell’azione è l’ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale. In scena, attori che sminuzzano, tagliuzzano, affettano, mescolano: un crescendo culinario che culmina nella frenesia della battaglia, combattuta a colpi di cucchiai di legno come spade, e grattugie come cannoni. Una bacinella piena d’acqua diventa il mare del Borneo, e al posto dei cannocchiali, i rotoli di carta Scottex. Sandokan diventa un gioco attraverso il quale sacchetti di carta, coltellini, tritatutto assumono nuovi significati e nuove funzioni, sotto il segno della creatività e dell’evasione dalla realtà.

Sara Casini
Sedicente studentessa universitaria, apparentemente giovane: nella realtà ha almeno il doppio degli anni e il triplo della malvagità dimostrate dagli occhioni azzurri e il sorriso inoffensivo.