ARCHIVIO SPETTACOLI

    Comizi d’amore (A. Damasco, 2012)

    Titolo: Comizi d'amore

    regia Antonio Damasco
    con Antonio Damasco, Valentina Padovan
    responsabile tecnico Claudio Albano
    progetto musicale in collaborazione con Massimo Bubola
    interventi video e commenti di Tullio de Mauro
     
    foto Massimo Nicolino
    montaggio video Claudio Albano e Soprattutto Live Events Video Service

    Nel 1963 Pier Paolo Pasolini e il produttore Alfredo Bini devono girare l’Italia per trovare ambientazioni e volti per il nuovo film del regista friulano: il Vangelo secondo Matteo. Pasolini da un po’ di tempo ha un chiodo fisso: conoscere le opinioni degli italiani sulla sessualità, l’amore e il buon costume e vedere come sia cambiata negli ultimi anni la morale del suo paese.
    Cinquant’anni dopo, le domande del Poeta fanno ancora discutere e domande nuove si affacciano con altrettanto impeto e necessità.
    Il nostro viaggio parte da qui…

    Quello che più mi ha colpito, dopo aver partecipato, come cantastorie, allo spettacolo di Antonio Damasco ” Comizi d’amore”, era il clima finale tra il pubblico di allegrezza e di conforto, come dopo una confessione, pubblica in questo caso, cioè un riconoscimento di attori e di persone che partecipavano come un coro alle risposte e alle domande poste dai due attori Antonio Damasco e Valentina Padovan.  Sul grande schermo, le interviste televisive di Pasolini  dei primi anni 60 a  persone comuni e conosciute, come Moravia, Musatti e il grande poeta Ungaretti, sono di una leggerezza profonda e questo aumenta la predisposizione della gente a rasserenarsi nell’apprendimento. L’interloquire di Valentina Padovan e i monologhi di Antonio Damasco, soprattutto quello di Bent, sono potenti e allo stesso tempo delicati, quindi il tutto diventa molto digeribile e il metabolismo delle parole entra sottopelle lieve, per arrivare al cervello ed infine al cuore.
    Mi è molto  piaciuto  inserire le mie  canzoni in questo contesto, perché assumevano dei viraggi e quindi dei  significati nuovi anche per me. Questo credo sia  il piccolo miracolo del teatro: trasportare le persone in luoghi sconosciuti e renderli familiari ed anche e soprattutto l’inverso. E questo in ” Comizi d’amore”accade. (Massimo Bubola)

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