ARCHIVIO SPETTACOLI

    Lo zoo di vetro, A. Cirillo (2015)

    Titolo: Lo zoo di vetro
    Regia: Arturo Cirillo

    di Tennessee Williams
    traduzione Gerardo Guerrieri
    con Milvia Marigliano, Monica Piseddu, Arturo Cirillo, Edoardo Ribatto
    regia Arturo Cirillo
    scene Dario Gessati
    luci Mario Loprevite
    costumi Gianluca Falaschi
    produzione Tieffe Teatro

    La regia poetica e sensibile di Cirillo si misura con un classico del teatro del novecento, mostrando meccanismi familiari sempre attuali e personaggi reali, nell’Italia di oggi come nell’America degli anni ‘40.
    Lo zoo di vetro è “un dramma di memoria”, secondo la definizione dello stesso Tennessee Williams, cioè è un testo dalla doppia natura: realistico nella descrizione dei rapporti tra i personaggi, ma totalmente onirico rispetto al tempo della vicenda e al tempo della sua rappresentazione. Potente messa in scena dell’atto del ricordare e del rapporto con il passato come luogo del rimpianto: “Il futuro diventa presente, il presente passato, e il passato un eterno rimpianto” si dice nel testo.

    Al centro della vicenda il fallimento di una famiglia, una madre che vive ancorata al ricordo di una giovinezza dorata, un gruppo di ex-giovani ormai senza più età.

    Lo zoo di vetro di Williams rappresenta “l’inganno dell’immaginario”, non è casuale la grande importanza, data dall’autore, all’atto del proiettare. Il riflettore teatrale che il narratore/figlio punta sui personaggi, i molteplici film nei cinema dove si rifugia Tom per sfuggire alla realtà, e anche gli stessi animaletti di vetro che compongono lo zoo del titolo sono l’emblema della fragilità e della finzione: sono essenze quasi prossime all’assenza, non a caso trasparenti.

    Arturo Cirillo

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