ARCHIVIO SPETTACOLI

    Nella tempesta, Motus (2013)

    Titolo: Nella tempesta

    uno spettacolo di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
    con Silvia Calderoni, Glen Çaçi, Ilenia Caleo, Fortunato Leccese, Paola Stella Minni
    drammaturgia Daniela Nicolò
    assistente alla regia e traduzioni Nerina Cocchi
    direzione tecnica e suono Andrea Gallo
    moving-head design Alessio Spirli
    riprese e montaggio video Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
    organizzazione e produzione Elisa Bartolucci e Valentina Zangari
    promozione e ufficio stampa Sandra Angelini
    promozione e diffusione all’estero Lisa Gilardino
    una produzione Motus con  Festival TransAmériques – Montréal, Théâtre National de Bretagne – Rennes, Parc de la Villette – Parigi, La Comédie de Reims – Scène d’Europe, Kunstencentrum Vooruit vzw – Gent, La Filature/Scène Nationale – Mulhouse, Festival delle Colline Torinesi – Torino, Associazione Culturale dello Scompiglio – Vorno, Centrale Fies/Drodesera Festival – Dro, L’Arboreto/Teatro Dimora – Mondaino
    con il sostegno di ERT (Emilia Romagna Teatro Fondazione), AMAT, La Mama-New York, Provincia di Rimini, Regione Emilia-Romagna, MiBAC

    Genesi del progetto
    «Cosa succederà adesso» è la domanda sollevata in chiusura di Alexis. Una tragedia greca, il nostro ultimo spettacolo dedicato alla ricerca delle tracce di Antigone nel contemporaneo. Alexandra Sarantopoulou, in scena, afferma che, per lei, la chiave della risposta è in una scritta che alcuni ragazzi hanno fatto su un muro di Atene:

    Ερχόμαστε από το μέλλον NOI VENIAMO DAL FUTURO
    Quello che è successo in Nord Africa, che sta avvenendo in Grecia e si sta diffondendo in tutta Europa e oltre, è qualcosa che molti degli utopisti e scrittori della science fiction non avevano così lucidamente valutato: ovvero la presenza di una massa estesa e critica di giovani, anche istruiti, che decidono di svegliarsi e spostare l’asse, collocandosi fuori dalle coordinate prestabilite…
    Si collocano nel futuro, perché sono il futuro, un futuro che Huxley e Orwell avevano dipinto a fosche tinte, ma che invece, forse, riserva qualche sorpresa?
    Mai avremmo immaginato che la ricerca fra autori di Science Fiction – perché è su Philip Dick e Aldous Huxley che inizialmente intendevamo lavorare – ci avrebbe all’opposto catapultato nel ‘600… Ma così è stato, quando abbiamo scoperto che il titolo dell’opera di Huxley, Brave New World (Il Mondo Nuovo), è una citazione di Shakespeare.
    D’impulso, e senza rete, ci siamo gettati Nella tempesta leggendo e rileggendo quest’opera indefinibile e misteriosa, per trovarvi – trasfigurate – infinite coincidenze con le domande che ci avevano spinto a cercare, nelle prefigurazioni future, strumenti per leggere l’incertezza presente.
    Ci siamo messi in viaggio, consapevoli delle insidie e degli abbagli, ma determinati a perseguire un’idea di teatro che ci scaglia dentro punti caldi del pianeta, per captare forze telluriche e accumulare energie necessarie a vivere «In un mondo in cui non ci si può adattare e a cui non si può rinunciare, as citizens, as society-makers.» (Paul Goodman)

    [dal sito della compagnia]
    SGUARDAZZI/RECENSIONI