ARCHIVIO SPETTACOLI

    Senza trama e senza finale, Macelleria Ettore (2015)

    Titolo: Senza trama e senza finale
    Note di regia: Prima tappa del percorso sono i Racconti di Cechov: brevi, ironici, intensi e fuggevoli. Frammenti di vita ritratti con leggerezza. Attimi rubati al tempo che fugge. Cerchiamo un’altra prospettiva da cui guardare Cechov, battendo l’accento sul risibile del quotidiano e su una trasposizione contemporanea di dinamiche universali. Nei Racconti ci sono in potenza tutti i personaggi e le relazioni che troviamo sviluppati nelle commedie. È un’occasione preziosa di indagare il linguaggio del maestro attraverso un’operazione vicina al nostro modo di lavorare, procedendo per gradi e gettando le basi per Il Giardino dei ciliegi.

    Quattro attori danno vita a una folla umana di personaggi che s’intersecano sulla scena. Una drammaturgia basata sul ritrarre la vita com’è: senza trama e senza finale. Nel rincorrersi di tipi umani che sfuggono a definizioni date, nel seguirne stati emotivi, incontri mancati, errori di tempo, parole non dette e azioni sbagliate, riconosciamo un’organicità, un senso profondo legato alla vita, strumento e fine dell’indagine cechoviana. Costruiamo una giostra emotiva in continuo movimento, una concentrazione nello spazio e nel tempo di rapporti, conflitti, solitudini, gioie e paure, in cui lo spettatore possa riconoscersi, percependo se stesso come attore della commedia umana cui assiste.

    Il progetto prevede cinque sessioni di lavoro per otto settimane complessive di prove, che si articolano in altrettante residenze artistiche in strutture diverse, cui corrispondono interlocutori artistici differenti: La Corte Ospitale di Rubiera, Teatro Sanbapolis e il Centro Santa Chiara di Trento, Armunia e il Festival Inequilibrio di Castiglioncello, il Teatro Colombo di Valdottavo (Lu), L’Arboreto Teatro Dimora di Mondaino (Rn).

    Durante ciascuna fase affronteremo i Racconti di Cechov raggruppandoli in aree tematiche: rapporto uomo donna, individuo e società, cura e malattia, solitudine pubblica, incidenti, nostalgia del presente. Circoscriviamo il campo d’indagine mettendo a fuoco le possibilità di ciascun tema. Allo stesso tempo apriamo al pubblico tutte le fasi finali di residenza, sottoforma di prove aperte, per testare i materiali elaborati in modo da costituire ciascuno un étude a sé, prima di confluire – in parte o del tutto – nella composizione finale dello spettacolo.

    testo e regia Carmen Giordano
    con Claudia De Candia, Stefano Pietro Detassis, Maura Pettorruso e Angelo Romagnoli
    disegno luci Alice Colla
    scena e costumi Maria Paola Di Francesco
    musiche originali Renzo Rubino
    organizzazione Daniele Filosi
    produzione TrentoSpettacoli
    in coproduzione con  Armunia Festival Costa degli Etruschi, Castiglioncello (Li)
    e Centro Servizi Culturali Santa Chiara, Trento
    con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto
    e di La Corte Ospitale, Rubiera; L’Arboreto Teatro Dimora, Mondaino;
    Teatro Colombo, Valdottavo (Lu); Teatro Argot Studio, Roma

    SGUARDAZZI/RECENSIONI