Si occupa di “interior design”, essendosi imbattuto in Starck, Toyo Ito, Enzo Mari, Ron Arad, David Chipperfield e altri tipacci flippati con la ridefinizione delle forme, ma, da sempre, non può fare a meno di scrivere di teatro, di quello meno allineato, più instabile e destabilizzante.

Sergio Buttiglieri