Scacco alle regine

Sguardazzo/recensione di "Riccardo III e le Regine"

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Cosa: Riccardo III e le Regine
Chi: Oscar De Summa, Isabella Carloni, Silvia Gallerano, Marco Manfredi, Marina Occhionero
Dove: Firenze, Teatro Cantiere Florida
Quando: 05/11/2016
Per quanto: 90 minuti

Non è la prima volta che Oscar De Summa si cimenta con Shakespeare e Riccardo III, benché la presente sia, per chi scrive, la prima occasione d’assistere a un lavoro del pugliese. A dieci anni fa risale un solitarissimo Riccardo sorto a Castiglioncello; poi fu la volta di Amleto a pranzo e cena (ne leggemmo benissimo) e del recente Un Otello altro. Allestimenti palesemente dal e non del Bardo, rivendicando la comprensibile necessità d’indagarne lo spirito, prescindendo dai testi, al di là della loro pregnanza o pregevolezza. Carmelo Bene (non da solo) ce l’ha insegnato: il teatro è moltitudine di segni e la parola non ne è che, probabilmente, il più equivoco e pesante. Ben vengano riletture e tradimenti, i cui meriti han da commisurarsi non al rispetto d’un canone, bensì a un’articolata valutazione circa efficacia, senso e urgenza, vaglio cui dovrebbe provvedere una critica che ambisca al ricupero d’una vera funzione nel sistema scenico. Discorso lungo: nel nostro minimo, ci proviamo.

oscar-de-summa-riccardo-iii-foto-cs-florida-02Sin dall’iniziale presentarsi dei cinque attori (scena aperta: antro nero, pedana con trono e sistema di drappi dall’alto), s’avverte l’intenzione di rovistar il testo individuandone gli elementi risuonanti nel contemporaneo. Con affabile quanto artefatta complicità, è illustrato l’argomento, l’ascesa e repentina caduta del deforme plantageneto, assurto poi a modello di perversa e inarrestabile ambizione. Manifesto lo sciente divagar di registri, tra commediaccia e tragedia, mescidanza mai estranea alla polifonica testualità scespiriana. Le regine del titolo sono elemento straniante, la spaccatura che De Summa applica al modello, spazzando via il nugolo di caratteri virili che satura la vicenda (in rapporto di 36 a 5, ignorando le scene massive). Anna, Elisabetta e Margherita, presenze irrinunciabili, foss’anche nella funzione d’inconsapevoli e nolenti arnesi della cinica scaltrezza del protagonista. Focalizzarsi su di esse è opzione allettante, proposizione d’una rilettura generale della fonte a illuminarne snodi altri rispetto a una tradizione che, sovente, annega la vivida pulsazione del classico nel pelago d’interpretazioni sedimentate e fiacche.

Isabella CarloniSilvia GalleranoMarina Occhionero, sovrane terribili: slittano di scena in scena surfando tra i rimasugli del lavoro originale, inteso come substrato, e la forte visione che il capocomico imprime a un allestimento sospeso tra nuances dark, impronte rock e farsa ostentata, a “rompere” tutto quel che di fatalmente pregresso ammanta “il” Riccardo III. La Lady Anna di Occhionero, stentorea e amara, venata di humour e incertezze, è, con la Banshee di Carloni, la nota più interessante, il colpo meglio assestato (sarà pure la freschezza dovuta alla posizione nel testo) d’un lavoro apparso ancora assai in fieri, come fosse un marchingegno cui ancora si debban stringere tutte le viti.

Sovrabbondanza di soluzioni sceniche: dal Duca di Buckingham del Marco Manfredi dj post-punk al contrastato dosaggio illuminotecnico, al progressivo rendere la scena sempre più simile a un ring pugilistico, trovata non rivoluzionaria, ma d’innegabile pregnanza. Parimenti, s’avvertono scollature, forse dovute alla crudezza endemica del costrutto (siamo alla seconda replica), riverberate in certi vezzi autoreferenziali (peccato originale comune a un certo tipo di panorama) che finiscono per neutralizzare sensibilmente parte del buono d’un dispositivo scenico ambizioso, che sembra aspirare, per adesso senza centrare il bersaglio, al rango di capolavoro. Da rivedere, nel bene e nel male.

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VERDETTAZZO

Perché: No
Se fosse... un disco sarebbe... uno, un po' pretenzioso, dei Baustelle (ossia tutti)

Locandina dello spettacolo



Titolo: Riccardo III e le Regine

da William Shakespeare
ideazione e regia Oscar De Summa
con Oscar De Summa 
e con Silvia GalleranoMarina OcchioneroIsabella Carloni 
scene Matteo Gozzi – Laboratorio scenotecnico di Armunia 
luci Matteo Gozzi 
costumi Emanuela Dall’Aglio 
produzione La Corte Ospitale 
in collaborazione con Armunia Centro di Residenze Artistiche Castiglioncello


Riccardo III è un dominatore. Il suo potere non risiede tanto nella forza fisica quanto nelle sue capacità oratorie, che affascinano i suoi interlocutori e ne influenzano le azioni. Nella scalata per raggiungere il trono, si serve di tutti gli strumenti consueti degli uomini ambiziosi, utilizzando la potenza del segreto, l’arte della dissimulazione, il potere della negazione. Nonostante coloro che egli manipola siano consapevoli della sua brama di potere e del suo carattere, non riescono a fare a meno di farsi ammaliare dalle sue abilità persuasive, anche e soprattutto le donne. Come mai? Anche la deformità fisica di Riccardo contribuisce alla sua ascesa al potere. Essa non è avvertita come una debolezza, viene sfruttata invece come elemento che rafforza il carattere di eccezionalità, grandezza, alterità del personaggio. In questo senso il contraddistinguersi dagli altri diventa il punto di partenza per “elevarsi” rispetto agli altri e quindi aspirare al potere. L’esito è scontato ma non meno inquietante se l’analisi si sposta sul piano del modello a cui fa riferimento la figura di Riccardo III e tutta la nostra società più in generale: il dominatore, e più precisamente il dominatore maschile. "Riccardo III e le regine" mette in scena il potere nelle sue diverse forme: avvalendosi degli strumenti shakespeariani che nulla hanno a che fare con la teoria ma molto con la pratica scenica fatta di leggerezza e profondità, inscena troveremo il nostro Riccardo al centro, su un trono, enorme e intorno a lui, nel tentativo di relazionarsi senza rimanere avvelenate le regine. Con questo nuovo lavoro prosegue la ricerca di Oscar De Summa nella direzione di una rivisitazione in chiave pop dei classici shakespeariani. Ecco che, dopo "Amleto a pranzo e a cena" e dopo "Un Otello altro", De Summa torna al teatro con un lavoro corale, che a differenza dei precedenti, prevede la presenza in scena al suo fianco di attrici donne, le tre regine.

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.