Mia sorella, sorella mia

Sguardazzo/recensione di "Corrispondenze"

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Cosa: Corrispondenze
Chi: Claire-Lise Daucher e Anne Palomeres
Dove: Lucca, Real Collegio
Quando: 09/06/2015
Per quanto: 45 minuti

Uno spettacolo delicato, prezioso, sottile e leggero come un sussurro questo Corrispondenze che chiude la seconda giornata di spettacoli per I Teatri del Sacro. La scena è nuda, contraddistinta dal nero dei fondali, occupata parzialmente da tre sedie e due figure femminili. Sorelle, tanto vicine quanto lontane: l’una (Claire-Lise Daucher) è assorbita da una vita intensa fatta di viaggi aerei, impegni professionali, uomini senza volto a intiepidirne le notti; l’altra (Anne Palomeres) s’è data a una vita non meno intensa, quella della vocazione monacale, il suo quotidiano stupore, la concentrazione sulle occupazioni di una quotidianità monastica.

Storie parallele, in apparenza, come i binari d’una comunicazione epistolare che si fa monologo alternato: una parla (ossia scrive), l’altra risponde (scrivendo a sua volta), in un fluido dialogo a differimento temporale. Se le voci mai si fondono, lo fanno, però, i corpi, morbidi e flessuosi abitanti d’uno spazio riempito dalla loro quieta presenza.  La partitura gestuale è delicata e potente, specie nelle sequenze in cui prevale la presenza di Palomeres, novizia in attesa. I gesti sono spesso echeggiati, doppiati ed eseguiti assieme, nello sfioramento dei corpi che prelude una vicinanza spirituale in grado di travalicare quella fisica. Non è virtuosismo coreutico, ma efficace opzione di esemplificazione emotiva a tratti struggente, mai meramente esteriore.

Con parole e gesti, si raccontano, ognuna dal proprio punto d’osservazione sul mondo, ognuna recando in dote le proprie novità, siano esse il termine del noviziato o un’inattesa gravidanza accettata con grazia. Si allude a un dolore comune, una sorella scomparsa prematuramente, ulteriore occasione di saldatura affettiva. E, nel confronto tra le due donne, non è affatto sicuro che la “reclusa” sia tale, o abbia meno da raccontare rispetto a colei che ha scelto di “succhiare” il mondo affastellando un’esperienza dietro l’altra. Strana parola, esperienza: forse la scelta consapevole di un ritiro dalla mondanità può non dirsi tale? Convinzione puerile, brillantemente risolta da una drammaturgia ben calibrata (a cura di Manuela Correros e Robert Aldorasi, su testo di Francesco Niccolini), cui si applicano una regia e un piano coreutico di fusionale dolcezza.

Quaranta minuti circa, tutti ben impiegati, densi, puri, per un autentico respiro al termine di una giornata di festival altrimenti non del tutto convincente.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un oggetto sarebbe... un prezioso portagioie

Locandina dello spettacolo



Titolo: Corrispondenze

con il sostegno di Ammirato Culture House
con Claire-Lise Daucher e Anne Palomeres
regia Roberto Aldorasi
drammaturgia Manuela Correros e Roberto Aldorasi
testi Francesco Niccolini
coreografie Claire-Lise Daucher e Roberto Aldorasi
musiche Francesco Agnello


Due donne vicine e lontane. Una ha fatto la scelta della clausura. L’altra è una professionista affermata che gira il mondo senza fermarsi mai.

Ma soprattutto sono sorelle, e cercano di tenere vivo quel legame di sangue, che le aiuti a comprendersi e, probabilmente, perdonarsi. Perché c’è qualcosa nel loro passato familiare che chiede una fuga e che porta con sé qualcosa difficile mettere a fuoco. Lo spettacolo, tra movimento, azione e una parola molto rarefatta, racconta queste due vite parallele. Ma trattandosi non di una geografia euclidea ma di geografia umana, dunque misteriosa, qui le parallele si toccano: attraverso la fitta corrispondenza fra le due donne e alcuni gesti che, inconsapevolmente, sono uguali per entrambe. Il tutto scandito da un doppio scorrere: quello verticale della liturgia delle ore e quello orizzontale del passato che incombe sul presente.

Cara Alina,siamo sempre più convinte che il nucleo più profondo della nostra vita non è dicibile fino in fondo: sarebbe come spiegare l’amore, e l’amore si può solo accogliere, vivere, al più intuire. Vi-viamo il livello zero dell’umanità, qui si intrecciano le ricerche di noi, di te, di tutti. Se ha senso qualcosa, tutto oppure niente. Alina Marazzi, Per Sempre

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.