Settimana corta, resa ancor più breve dall’esiguità della proposta scenica nel pezzo di Toscana che, non senza fatica e perplessità, continuiamo a monitorare. Fabbrica Europa si prende qualche giorno di riposo, almeno sotto il profilo più puramente performativo, e altrove si attendono i festival vecchi e nuovi che animeranno il primo scorcio di stagione calda.

Venerdì –  Federico II in scena a Pisa

L’unica dritta che possiamo darvi è relativa a L’occhio del falco, spettacolo inserito all’interno del Giugno Pisano e che, al Teatro Nuovo, nei pressi della stazione centrale, porterà in scena la storia di Federico II di Svevia nella peculiare rilettura offerta dalla Compagnia Teatralia. In locandina, leggiamo i nomi di Patrizia Falcone (adattamento drammaturgico e regia), Delio Gennai (installazioni e scene), Alessio Ceccarini (luci e suoni), unitamente agli interpreti Giulia Pasquarelli, Edoardo Biancalana, Andrea Console, Francesco Lo Bello, John Favaro (alla chitarra) e alla presenza della stessa autrice-regista. Venerdì sera, ore 21.

Sabato e domenica –  Ancora round midnight allo Scompiglio

Due recite fuori programma, per il ritorno in scena di round midnight, progetto performativo di Cecilia Bertoni e realizzato con la Compagnia dello Scompiglio. “Maschio o femmina? Rosa o Azzurro. Fragilità o forza. Purezza o coraggio. Pace o guerra….
Fin dalla nascita le aspettative legate a un colore o all’altro vengono proiettate su ciascuno di noi diventando una seconda pelle sintetica che ci toglie il respiro. Ti ricordi quando hai capito di appartenere a un genere o all’altro e quindi di poter fare o non fare determinate cose, movimenti, gesti, discorsi, scelte? Hai imparato bene la lezione? Quando sei da solo riesci a sfilarti questa pelle? Se vuoi possiamo incontrarci verso mezzanotte e danzare insieme fino a ben oltre…” Questa la presentazione di un lavoro che vede coinvolti la stessa Bertoni (regia, video, disegno scene e costumi), i suoni e le musiche di Carl G. Beukman e i performer Olivier Boréel, Eleonora Chiocchini, Katia Frese, Sara Leghissa, Valerio Sirna, cui si unisce Mauro Carulli nei panni del Dottor Sadico. Consigliato.

Intanto, altove… (secondo estratto)

L’eco della chiusura di Chiusi (pare uno scherzo, ma non lo è), ossia l’annichilimento a poche settimane da quello che sarebbe dovuto essere l’inizio di Orizzonti Festival, con tanto di “saluti e baci” al progetto avviato che vedeva Roberto Latini responsabile per la formazione di una compagnia stabile espressione stessa del festival, non s’è ancora esaurita e già il teatro italiano assiste a un nuovo, l’ennesimo, capitolo controverso.
A movimentare, ma neppure troppo, l’ambiente, ecco la notizia dell’elargizione, tra 2017 e 2018, d’un doppio finanziamento di 4 milioni di euro (8 in totale) per il romano Teatro Eliseo, gestito da un’amministrazione privata, e al suo direttore artistico Luca Barbareschi. Si tratta d’uno spazio storico della scena romana, che, però, da anni propone cartelloni incentrati su una proposta commerciale certo lecitissima (la rivista che state leggendo è fieramente avversaria di qualsiasi snobismo), ma che ci pare del tutto in conflitto con l’idea di poggiarsi su denaro pubblico, peraltro scarseggiante. 
Poco o nullo spazio è stato dato, però, a chi ha espresso perplessità sull’operazione e, a tale proposito, riportiamo quanto diramato da ALDES, la realtà produttiva legata a Roberto Castello con cui più volte ci capita di cooperare. Ecco quanto ci è arrivato:

Abbiamo ricevuto via email un invito alla presentazione a Lucca del libro di Luca Barbareschi che riporta, grassettata e virgolettata, una frase che, alla luce della polemica sul finanziamento al Teatro Eliseo di Roma riportata in questi giorni da tutti i giornali, risulta francamente sconcertante.

Lo Stato Italiano infatti promuove campagne contro la violenza sulle donne e fa molto molto bene. Quello che non si capisce è come lo stesso Stato abbia potuto ritenere che uno che non ha niente di più intelligente da scrivere di cose come “Ho pippato con Lou Reed e scopato Naomi Campbell. Non ho bisogno di amici”, insomma un sociopatico incapace di capire cosa significhi vantarsi a mezzo stampa, non di aver fatto sesso con una signora (che già non è proprio una finezza) ma di ‘essersela scopata’, abbia la statura morale e culturale necessaria a giustificare la scelta del Parlamento Italiano di assegnare proprio a lui, alla sua società di diritto privato, il contributo più ingente di tutto il teatro italiano (in tempi di tagli e di crisi).

Abbiamo verificato quanto contenuto nella dichiarazione pervenutaci e, in effetti, tutto corrisponde a verità. Quasi.
Luca Barbareschi sarebbe effettivamente dovuto apparire a Lucca, presso il centro Agorà, nel pomeriggio di sabato 3 giugno, con lo scopo di presentare Cercando segnali d’amore nell’universo, libro che condivide l’infausto titolo con uno degli ultimi lavori teatrali dell’attore (ne accennammo pure noi, qui). In realtà, l’incontro è stato rinviato a causa di motivi strettamente personali. Occhi indiscreti ci riportano, però, di Barbareschi in vacanza a Filicudi: magari la prima tranche di soldi è arrivata.

È comunque vera l’effettiva scrittura della frase citata e stigmatizzata da ALDES, ossia “Ho pippato con Lou Reed e scopato Naomi Campbell. Non ho bisogno di amici”, rispetto alla quale, la nostra posizione di arlecchini, è sensibilmente diversa rispetto a quella dei nostri amici e interlocutori. 
Perché il vero punto, sposando la mentalità da tamarro dell’artista, non è l’eleganza (quando uno è tamarro, tamarro è) o la mancanza della medesima, bensì chiedersi: ma Lou Reed si ricorderà d’aver pippato con Barbareschi? E la bellissima Naomi, serberà memoria del medesimo? 

Take a walk on the wild side.