Il saggio omerico di Emma Dante

Sguardazzo/recensione di "Odissea a/r"

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Cosa: Odissea a/r
Chi: Emma Dante e gli allievi attori della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo
Dove: Pistoia, Teatro Manzoni
Quando: 18/02/2017
Per quanto: 105 minuti

Il sipario del Teatro Manzoni di Pistoia si apre sull’ultima replica di Odissea A/R, secondo spettacolo dal sapore omerico per la regista e drammaturga siciliana Emma Dante. La scena buia e nuda è racchiusa nella linea formata dai ventitré giovani attori della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo, schierati, in tenuta collegiale, sui tre lati del palcoscenico, immobili, come in bilico sull’orlo di uno strapiombo.

La riga composta dalle fanciulle prende vita. Sfilando a gruppi alterni in perfetta sincronia, si presentano al pubblico le ancelle di Penelope, fra i crescenti fischi e schiamazzi provenienti dai ragazzi sui lati, i quali si proporranno, a loro volta, come il gruppo dei Proci.

Il testo di Emma Dante è facilmente fruibile dagli spettatori per la sua fedeltà, almeno per quanto concerne l’essenziale, al dettato omerico che abbiamo imparato a scuola. Tuttavia, se lo scheletro dell’opera non colpisce per guizzi di trama, sono narrazione e approccio a meravigliare per originalità e forza espressiva.

Ironia, poesia, delicatezza, pàthos e coralità sono i punti cardine attraverso cui si snoda e prende forma l’intero allestimento. Il linguaggio stesso è luogo di scontro e amalgama fra toni bassi e acuti, ora velato da quella patina di dialetto siculo che caratterizza i lavori della drammaturga/regista, ora intriso di elementi aulici, eco e specchio del poema in esametri. Ogni cifra stilistica si adatta perfettamente al proprio ruolo: mentre la coloritura linguistica è riservata alle scene grottesche, alle battute da cabaret, ai rozzi e volgari proci e alle ancelle disinibite e irriverenti, i monologhi luttuosi di Penelope, l’affetto della nutrice Euriclea per Telemaco e la nostalgia di Odisseo si esprimono in una lingua chiara, sintatticamente costruita.

I corpi degli allievi-attori, magistralmente orchestrati, sfamano il palco ampio e disadorno, nera bestia vorace, dando vita a vere e proprie coreografie-scenografie dal forte impatto immaginifico, sempre allusive e mai imitative. E, così, i ragazzi, divenuti vivo telaio, fanno scorrere ritmicamente tra le mani metri e metri di nera stoffa, filando il lutto che, in una scena straziante e onirica, seppellirà viva Penelope; poi, invertendo il ritmo e i gesti, da telaio a labirinto in cui Telemaco e la madre, tormentati, si cercano e si abbracciano. Ancora, sfacciati corpi in costume diventano una foresta di gambe sull’isola dove Odisseo è rimasto prigioniero della passione della ninfa Calipso e subito dopo imbarcazione che finalmente tornerà a casa, a Itaca.

Emma Dante racchiude il mare in un secchio e «il viaggio che ogni essere umano fa nel corso della vita» all’interno del proprio spettacolo. Il viaggio di andata, di Telemaco e quello di ritorno, di Odisseo da cui entrambi, alla fine, risulteranno mutati, non solo nel fisico, come nota una Penelope ancora incredula, ma nell’animo, ognuno trovando il proprio ruolo, misurando i propri limiti e la propria forza. Uno spettacolo seducente volto all’incanto, ricco di musiche, balli, e colori sgargianti, dietro cui si nasconde una galleria di eroi demitizzati, capaci di piangere, fragili pedine di una Fortuna che li vuole erranti e dubbiosi.

Meritevole dei numerosi e fragorosi applausi (anche a scena aperta) l’intera macchina teatrale formata da regista e attori che ha saputo sciogliere il risultato finale di un laboratorio dall’idea di “saggio”. Peccato solo per quella nota di espressività declamatoria e amatoriale che sfugge negli assoli.

VERDETTAZZO

Perché:
Se fosse... un'opera d'arte sarebbe... un mosaico

Locandina dello spettacolo



Titolo: Odissea a/r

liberamente tratto dal poema di Omero
testo e regia Emma Dante
con gli allievi attori della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo: Manuela Boncaldo, Sara Calvario, Toty Cannova, Silvia Casamassima, Domenico Ciaramitaro, Mariagiulia Colace, Francesco Cusumano, Federica D’Amore, Clara De Rose, Bruno Di Chiara, Silvia Di Giovanna, Giuseppe Di Raffaele, Marta Franceschelli, Salvatore Galati, Alessandro Ienzi, Francesca Laviosa, Nunzia Lo Presti, Alessandra Pace, Vittorio Pissacroia, Lorenzo Randazzo, Simona Sciarabba, Giuditta Vasile, Claudio Zappalà
e con l’amichevole partecipazione di Rocco, attore a quattro zampe
elementi scenici e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro
produzione Teatro Biondo Palermo


Scritto e diretto da Emma Dante, Odissea a/r è incentrato sul viaggio di Telemaco alla ricerca del padre e sul ritorno a Itaca di Odisseo.

Sono trascorsi tre anni da quando Itaca ha perduto le tracce di Odisseo, partito vent’anni prima alla conquista di Troia. Ostacolato dal dio Poseidone per averne ucciso il figlio Polifemo, gli ultimi echi del suo viaggio di ritorno risalgono all’incontro con la splendida dea Calipso. Da allora un gruppo di pretendenti, approfittando della prolungata assenza del re, occupa l’immenso salone della reggia di Itaca. Maleducati, vili, rozzi e volgari, i Proci bramano di sposare Penelope e di impossessarsi definitivamente del Regno. Trascorrono le giornate banchettando tra musica, bestemmie e schiamazzi, e vivendo di istinti e pulsioni che manifestano senza pudore.La prima parte dello spettacolo è dedicata alla Telemachia. Atena esorta Telemaco, non più ragazzino, a partire in cerca di notizie del padre, gli infonde coraggio, lo invita a prendere il comando della casa e a diventare uomo. Odissea a/r è il viaggio che ogni essere umano fa nel corso della vita. È il poema che ci ha permesso di interrogarci sui percorsi che segnano il destino, dove il motore di tutto è il movimento verso la propria origine. Dall’incontro con figure umane e sovrumane, ninfe e mostri, pretendenti e mendicanti è nato uno spettacolo ricco di evocazioni fantastiche legate al mito ma anche di riflessioni sulla condizione dell’uomo-eroe, che si dimostra piccolo e bugiardo. Dopo avere errato vent’anni, Odisseo torna a Itaca e l’incontro tra il padre e il figlio ci permette di assistere all’umanizzazione del mito. Di Odisseo, Penelope e Telemaco scopriremo i lati più teneri e fragili, i loro difetti, le loro imperfezioni. Una madre e un figlio hanno aspettato a lungo il ritorno del mito e, durante l’attesa, hanno cambiato la propria natura.” (Emma Dante)

Elena Modena
Colleziona ipotesi su cosa sia l'informatica umanistica.