Il dolce vento di un amore in musica

Sguardazzo/recensione di "Canzoni fra l'anima e lo sposo"

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Cosa: Canzoni fra l'anima e lo sposo
Chi: Laboratorio degli Archetipi
Dove: Lucca, Real Collegio
Quando: 10/06/2015
Per quanto: 30 minuti

L’areoso cortile interno del Real Collegio, con il suo giardino curato, suddiviso esattamente in quattro parti da un candido stradellino è, senza dubbio, locus amoenus ideale per ambientare le eteree poesie (tratte dai cantici) di Juan de La Cruz. Vi si narrano il senso di smarrimento della sposa che perde lo sposo , la conseguente e continua ricerca, la gioia del ritrovamento finale e la felicità della rinnovata unione.

Per restituire la potenza della poesia carica di allegorie spirituali, il Laboratorio degli Archetipi opta per la parola fuori scena, declamata da un ragazzo e una ragazza su un lato del cortile. L’azione è, invece, affidata a sei attori, accompagnata dalla dolce melodia di un violinista seduto sul lato opposto ai lettori. La musica è cadenzata, continua, il violino canta per tutto lo spettacolo: le parole risuonano nello spazio, gli attori si muovono, danzano, cercando di ricreare con il gesto la visione poetica. I due danzatori incarnano lo sposo e la sposa, gli altri quattro rappresentano gli elementi naturali evocati nella narrazione: così, ecco gli sposi che si cercano affannosamente,  ed ecco i performer prendere fronde a terra per simulare boschi, selve e via dicendo. Ciò a cui assistiamo è una sorta di pantomima gestuale delle parole: la carica espressiva della composizione di Jan de la Cruz non emerge sui tre piani citati (parola, azione, musica), che non s’incontrano, viaggiando inesorabilmente su strade parallele. L’incantevole melodia del violino risulta essere più che una semplice atmosfera sonora: sorprende e, con gentilezza, cattura l’attenzione, rendendo chiara la sproporzione dei tre livelli utilizzati dal lavoro ideato da Giacomo Camuri e Giannetta Musitelli.

VERDETTAZZO

Perché: Sì, oppure no
Se fosse... un vento sarebbe... uno zeffiretto

Locandina dello spettacolo



Titolo: Canzoni fra l'anima e lo sposo

ideazione Giacomo Camuri e Giannetta Musitelli
liberamente ispirato a Canzoni di Juan de La Cruz


L’immaginazione mistica genera spazi, dove le parole, dense di emozioni, si librano in passi di danza. Nei corpi di uno Sposo  e di una Sposa Juan de La Cruz dà voce alle impalpabili relazioni che intercorrono tra entità che sfuggono allo sguardo umano.  Da qui sgorga la potenza metaforica del linguaggio poetico che mette in scena per l’intangibile paesaggi di reale bellezza. Ispirato alle Canzoni del teologo poeta spagnolo lo spettacolo ripercorre nel gioco di azioni ed oggetti simbolici, nel ritmo di una crescente esperienza d’amore, i luoghi di una Terra immaginaria, le selve, le montagne, i borghi, i giardini, dove dimorano i timori, le attese, i desideri, i sentimenti di un intimo discorso amoroso. Con due voci recitanti in scena due danzatori, un musicista, e un piccolo gruppo di animazione.