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Piccole emozioni: se lo spettacolo si adegua alla statura degli spettatori

Sguardazzo/recensione di "Piccole emozioni giocando con l'amico immaginario"

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Cosa: Piccole emozioni giocando con l'amico immaginario
Chi: Fabrizio Cassanelli, Donatella Diamanti, Valentina Grigò, Costantino Buttitta
Dove: Lucca, Teatro San Girolamo
Quando: 18/03/2016
Per quanto: 60 minuti

Con Piccole emozioni – Giocando con l’amico immaginario si chiude il Lucca Teatro Festival 2016, almeno per quanto riguarda l’arborato cerchio: l’ultima giornata, dedicata a debutti e anteprime, si svolgerà a Porcari. Il Teatro San Girolamo (che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, teatro non è, consistendo, per com’è strutturato attualmente, in una sala ostica dal punto di vista sia visivo sia acustico) è affollato di infide creature emerse da un mondo oscuro e umido: bambini. Lo spettacolo, infatti, è indirizzato alla fascia 3-7 anni in modo, forse, sin troppo esclusivo.

Due personaggi in scena: Vera (Valentina Grigò) e il suo amico immaginario Costantino (Costantino Buttitta); in arancione una, in verde l’altro. Lei si presenta subito come una “spiegatutto” e, in tono un po’ petulante, definisce subito la differenza tra vero e finto. Costantino è, in un certo senso, reale perché lei lo può toccare: passano le giornate a giocare insieme, inventando – per sfidare la noia – ora  un mostro, ora un gioco con i raggi di sole. I due si muovono, in pigiama, all’interno di una scenografia dal colore neutro e rassicurante: un fondale giallino con un paio di disegni geometrici. Sulla destra, una ruota di bicicletta; sulla sinistra, una chitarra. Costantino improvviserà spesso semplici canzoncine in cui prende in giro le frasi fatte degli adulti.

piccole emozioniI due attori in scena parlano in modo trasognato, sempre entusiasti di tutto: insomma, il tipico linguaggio (verbale e corporeo) che “si presume” appartenga ai bambini, col rischio di confonderli con un cliché, la loro rappresentazione televisiva. Vero è che, nel finale, si scopre come il personaggio di Vèra (e molte sue espressioni) tragga ispirazione da una bambina véra: probabilmente parte del progetto, coordinato da Donatella Diamanti, con le scuole dell’infanzia Il Girotondo e Gianburrasca del Comune di Cascina (PI). Quello che ne esce, però, è una caricatura dell’infanzia, un’immagine artefatta che, per fortuna, non corrisponde al vero. Gli attori giocano a fare i bambini, come se per parlare con il loro pubblico fosse necessario incasellarli in uno stereotipo.

piccole3Il target di pubblico è molto basso (90-120 centimetri): facile, per un certo verso, da coinvolgere. Con un paio di canzoncine e le bolle di sapone restano affascinati e già la premessa di una gita fuori dalle mura scolastiche li elettrizza. Se si prendono di pancia, però, è più difficile guidarli nel percorso di uno spettacolo che non vorrebbe solo intrattenerli tra un cartone e l’altro. I bambini, infatti, dopo un po’ non li seguono più nei repentini cambi di registro (molto frequenti): dalla paura al momento musicale, dallo stupore alla presa in giro dei “grandi in piedi e seduti“, il rapporto col pubblico è compromesso. I bambini ridono anche quando non dovrebbero, avvertendo che tutto ciò che accade in scena è una farsa clownesca.

 

VERDETTAZZO

Perché: No
Se fosse... un programma televisivo sarebbe... la Melevisione

Locandina dello spettacolo



Titolo: Piccole emozioni giocando con l'amico immaginario

di Fabrizio Cassanelli, Annick Emdin, Simona Franco
coordinamento drammaturgico Donatella Diamanti
con Valentina Grigò e Costantino Buttitta
regia Fabrizio Cassanelli
collaborazione didattica alla visione Ivana Conte – Casa dello Spettatore
coreografie e cura del movimento Annalisa Cima
scene e costumi Margherita Citran
musiche originali Raffaele Natale
staff tecnico Massimiliano Calvetti,  Nicolò Ghio
realizzazione scene Luigi Di Giorno


Al progetto hanno portato il loro vitale contributo i bambini, le bambine e le insegnanti delle scuole dell’infanzia “Il Girotondo e Gianburrasca “ del Comune di Cascina (Pi). Ulteriori approfondimenti didattico-pedagogici saranno realizzati successivamente  a corredo dello spettacolo.

In scena due personaggi, un maschio e una femmina. Vera e Costantino, il suo amico immaginario che, se lei vuole, può essere visto anche dal paese dei bambini e delle bambine che guardano seduti. Vera   è   una   spiegatutto     e   Costantino   un   imparatutto.   Insieme   giocano   e   giocando   si   pongono domande   sulle   cose   del   mondo.   Si   stupiscono,   si   arrabbiano,   si   spaventano,   si   ribellano,   si proteggono, si prendono in giro, litigano, scappano e ritornano. Per capire e farsi capire. Insomma giocano a esistere, per crescere. E lo fanno in due, perché in due è meglio. Vera e Costantino cercano un contatto affettivo tra loro e con tutto ciò che li circonda per poi comunicarlo ai bambini e alle bambine attraverso uno "spartito" di piccole emozioni, fatto di una lingua giocosa, ritmica, poetica e spesso comica che a poco a poco si trasforma in un vocabolario che si forma e scaturisce dal vissuto emozionale dei due personaggi. In Piccole Emozioni Vera e Costantino esistono come figure che scoprono l’alchimia del possibile incontro tra due opposti, di quell’essere diversi che non separa ma anzi esalta le reciproche identità. La vicenda è incorniciata in una scena kandiskiana, ricca di forme, metafore, tessiture musicali e ritmiche, giochi spaziali e gestuali delicati. Una esplorazione nella percezione dell’infanzia e sulle risonanze emotive che l’arte origina nella sensibilità dei piccoli spettatori all'interno del dinamismo circolare fra verità e finzione che sta  alla base  del  gioco teatrale e dei suoi 100 linguaggi. Piccole   Emozioni   si   configura   anche   come   una   sorta   di   sommario     ad   alta   densità   educativa, progettato e realizzato  per generare nei bambini, nelle bambine e in chi li educa l’interesse per il valore cognitivo e creativo del creare un compagno immaginario con cui giocare. Un doppio da sé ( in parte uguale e in parte diverso) che spinge i bambini e le bambine ad essere soggetti attivi, dinamici,   pronti   ad   apprendere   conoscenze   con   grandi     capacità   di   ascolto,   azione   e   di ragionamento.

Andrea Balestri
Non è il Pinocchio di Comencini. Apparentemente giovane, studia teatro (non solo) musicale tra Pisa e Roma. Serie tv, pulizie e viaggi in treno occupano il resto della sua vita. Archivia i ricordi in congelatore e si lava i capelli tutti i giorni.