Adriana omaggia Bertolt: ed è varietà

Sguardazzo/recensione di "Il mare è blu - Jadasmeeristblau"

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Cosa: Il mare è blu - Jadasmeeristblau
Chi: Adriana Asti
Dove: Prato, Teatro Metastasio
Quando: 21/01/2016
Per quanto: 90 minuti

Un’ottantaquattrenne Adriana Asti si disegna saggiamente, e su misura, Il mare è blu, recital musicale che omaggia la poesia e le liriche di Bertolt Brecht. «Ja-das-meer-ist-blau: Sì, il mare è tanto blu e qui nulla cambierà e se tutto finisce poi ricomincerà». Proprio racchiusa nei versi che danno il titolo allo spettacolo, tratti dalla canzone Mastrosen Tango (Happy End), tutta la nostalgia per un teatro d’altri tempi che emerge sia nelle scelte registiche sia nella peculiare drammaturgia di questo allestimento.

La consumata attrice, vestita in un abito nero da guappo, volto bistrato e cappelli impomatati, è coerentissima nell’intento di costruire un unico grande numero di varietà già a partire dall’impatto visivo della scena: la sagoma statica si staglia contro un velario blu dai fili fitti e praticabili. Si aggiunga pianoforte, clarinetto e fisarmonica, un leggio, un occhio di bue per le canzoni: il gioco è fatto. Ovviando all’impossibilità di far leva su un’interpretazione che punti su ampia gestualità e spiccata fisicità per dare ritmo allo spettacolo, Asti designa due zone precise del palcoscenico: un’ala è deputata alla declamazione di poesie e monologhi, nei pressi di un leggio che è autentico oggetto di scena; dalla parte opposta, all’ombra del pianoforte, si canta.

Adriana Asti BrechtS’affida alla mimica facciale, l’attrice, all’espressività gestuale e a un rapporto di sorniona complicità, da mattatrice d’avanspettacolo, con il pubblico. Con una vocalità non troppo estesa, ma penetrante e abilmente commisurata alle proprie corde, interpreta le Song di Brecht in maniera originale rispetto ai canoni italiani, consolidati dalla Milva strehleriana o da Ute Lemper, avvicinandosi forse più alle scelte interpretative di Milly (al secolo Carla Mignone). Lo spettatore è guidato in un itinerario preciso tra ironia e dramma, con equilibrata alternanza fra scritti poetici, focalizzati più sul Brecht uomo che sull’artista, e le più celebri canzoni, tratte in prevalenza dall’Opera da tre soldi, Mahagonny e Happy End; al centro, un corposo intramezzo monologico che fraziona in due segmenti la messinscena, caratterizzandola con la denuncia degli orrori del “secolo breve”. La scelta, infatti, ricade su un brano tratto da una delle commedie più drammatiche, Terrore e miseria del terzo Reich, con la quale si offre al pubblico il ritratto brechtiano della ricca moglie ebrea, socialmente emarginata sia per le leggi razziali sia per il matrimonio ormai finito.

Il mare è blu è un discorso, una riflessione su Brecht, un dialogo che prende corpo e forza grazie alla complicità della diva con la platea, cui spesso essa si rivolge senza mediazioni, fra parole e musica, leggerezza e passione civile, godibile grazie anche ai briosi arrangiamenti di Alessandro Nidi. I musicisti (il citato Nidi al pianoforte, Massimo Ferraguti al clarinetto e Nadio Marengo alla fisarmonica) accompagnano con evocativa sensibilità sia le canzoni sia le declamazioni poetiche sia i monologhi.
Chi cerca un piacevole amarcord senza sorprese, in questo mare blu troverà possibilità di rivivere, in un’atmosfera da varietà novecentesco, le più belle pagine di Weill e Brecht, impreziosite dalla personalità d’una grande attrice. Non sarà, forse, tutto, ma neppure poco.

Adriana Asti Brecht 3

VERDETTAZZO

Perché: Sì, oppure no
Se fosse... un cosmetico sarebbe... un rossetto rosso Chanel

Locandina dello spettacolo



Titolo: Il mare è blu - Jadasmeeristblau

da Bertolt Brecht e Kurt Weill con Adriana Asti direzione musicale Alessandro Nidi clarinetto Massimo Ferraguti fisarmonica Nadio Marenco produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana L’opera di Bertolt Brecht è un immenso, inquietante, fascinoso e provocatorio diario lirico. Il teatro, la poesia, le canzoni, le schegge, i frammenti, le osservazioni lancinanti sul mondo e l’arte costruiscono una vera e propria biografia letteraria, culturale e sociale della prima metà del Novecento. Lo spettacolo che Adriana Asti dedica al 'maestro' vuole essere un omaggio alla sua arte. Uno sguardo sul 'secolo breve' tra immani tragedie e nuove concezioni del mondo e dell’umanità. Uno sguardo, quello di Brecht, che sa essere accusatorio verso le miserie e le bassezze umane, ma anche bonario, leggero e pieno di stupore per le piccole e grandi ricchezze che come i susini "forse continueranno a fiorire". Che sa farsi astrazione pura, tensione luminosa, ma sa anche farsi carne, prosa, divenire voce umanissima. Uno sguardo che, accompagnato dalle note pungenti e rivoluzionarie di uno dei più grandi protagonisti della scena musicale del secolo scorso, quale fu Kurt Weill, diviene un autentico grido umano che apre le porte di un mondo tanto lacerato quanto attuale. In questo spettacolo, perciò, accanto ad alcuni grandi capolavori del maestro tedesco, sarà dato spazio anche a lati meno noti. Non solo, dunque, al poeta dell’impegno, della dimostrazione, dell’allegoria, ma anche a quello della carne, a quello che si mescola fra la gente. Jadasmeeristblau (titolo tratto da una canzone di Happy End) è composto da un repertorio vario dell’opera brechtiana ed è una nuova occasione per Adriana Asti di dedicarsi ad uno spettacolo 'totale'. Dopo il grande successo di Stramilano, si tratta infatti di un’altra vera e propria 'operina' eseguita insieme al pianoforte di Alessandro Nidi, autore anche degli arrangiamenti e della direzione musicale. Passaggi sorprendenti tra i song di Happy End, quelli dell’Opera da tre soldi, e le poesie di Brecht. Lotta, dolore e pietà, ma anche leggerezza, gentilezza e ironia. Al centro il suggestivo affresco teatrale de La moglie ebrea, trasformato in un appassionante dialogo tra parole e musica. 1- BALLATA DELLA SCHIAVITÚ SESSUALE • L’opera da tre soldi 2 - SURABAYA JOHNNY • Happy End 3 - MANDELAY SONG • Happy End 4 - BARBARA SONG • L’opera da tre soldi 5 - BILBAO SONG • Happy End 6 - BALLATA DELL’AGIATEZZA • L’opera da tre soldi 7 - LA CANZONE DI JENNY • L’opera da tre soldi 8 - MATROSEN TANGO • Happy End 9 - LA CANZONE DELL’INADEGUATEZZA • L’opera da tre soldi 10 - LA BALLATA DI MACKIE MESSER • L’opera da tre soldi

Francesco Tomei
Autoironico gemello diverso (da quello serioso accademico), nasce sui monti di Barga, è laureato (due volte) nonché organizzatore teatrale. Approda a LSDA nel bel mezzo d’una metamorfosi da Pulcinella in dottore di ricerca. Si divide fra critica, canzoni (da scrivere) e archivio (da contemplare).