In scena Paolo Bonacelli e Giuseppe Nitti, diretti da Alessio Pizzech. La drammaturgia, tratta dai racconti di Mario Rigoni Stern, è di Francesco Niccolini. Ne riportiamo un breve estratto:
Oggi mi sembra che tutto questo è stato semplicemente l’impossibile che accade, una guerra smisurata dove milioni di uomini senza nome, senza voce, senza diritti furono trasformati in carne da macello, costretti a una morte priva di dignità, senza alcuna forma di riservatezza e compianto. Priva di senso, lutto e sacralità. Le immagini dell’olocausto che da lì a poco un’altra follia criminale avrebbe generato, l’ammasso informe di cadaveri prodotti dal nazismo, la riduzione radicale degli uomini a cosa, e dei vivi a poltiglia, hanno nelle trincee della prima guerra mondiale un precedente ineliminabile.