Residenze artistiche alle Scuderie Granducali di Seravezza

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Riceviamo e pubblichiamo:

Dal 30 luglio al 21 agosto, grazie alla collaborazione con Fondazione Terre Medicee e il Comune di Seravezza, IF Prana abiterà il Teatro Delatre e le Scuderie Granducali con una serie di residenze artistiche, che vedranno sul territorio artisti di fama nazionale e internazionale. Ogni settimana saranno ospitati registi, autori e attori, che lavoreranno a un proprio progetto, dal quale sfoceranno performance e/o momenti di discussione, in sinergia con gli eventi organizzati dal e nel Comune.

Dal 30 luglio al 4 agosto sarà la volta di Gaia Saitta (direttrice artistica della compagnia del teatro Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles) e Marco Brinzi (attore di televisione, cinema e teatro, molto impegnato anche all’estero).

Dal 5 agosto all’11 agosto si succederanno invece Silvia Bennett (coreografa e danzatrice la cui attività artistica ha avuto inizio ad Amsterdam) e Debora Mattiello (attrice, regista e drammaturga formatasi con importanti registi della tradizione russa).

Dal 12 al 21 agosto infine ospiteremo Silvia Pasello (artista storica del Teatro di ricerca di Pontedera, attualmente attrice del Teatro Nazionale della Toscana) con un lavoro che vedrà coinvolta anche Caterina Simonelli (attrice, autrice e regista di IF Prana).

Di seguito il programma dettagliato delle residenze, con alcune informazioni sui progetti portati avanti dai singoli artisti:

30 luglio – 4 agosto
GAIA SAITTA, Se dimentichi allontani dalla mente. Se ricordi riporti al cuore.
Dimenticare, ricordare.
Etimo, radice: mente, cuore.
Se dimentichi allontani dalla mente. Se ricordi riporti al cuore.
Gaia Saitta esplorerà i temi della perdita, della memoria e della ricerca di sé, partendo dalle pagine del libro Mi sa che fuori è primavera di Concita De Gregorio. Si tratterà di un lavoro fisico sul come autorizzarsi ad essere felici attraverso la storia, narrata in maniera intensa e delicata dalla De Gregorio, di Irina Lucidi, donna a cui un giorno vengono sottratte le due figlie dal marito e che non saranno mai più ritrovate. Sarà uno studio ispirato a questa donna che, alla scomparsa della propria carne, in fondo al suo assedio come lo chiama lei, resiste alla tentazione di sparire lei stessa. E si ritrova. Tutta. Intera. Trova la vita. Il sole. Un uomo buono. Un vestito da principessa. Al cuore di questi giorni di ricerca ci sarà il tentativo di dare voce alla irresistibilità della vita, che erompe anche di fronte alla più grande delle  tragedie. Il tentativo di dar voce all’amore nonostante. La primavera non si può trattenere.

MARCO BRINZI, L’arte della fuga
L’idea di base del progetto è quella di indagare il tema della sindrome di Asperger attraverso la figura del leggendario pianista Gleen Gould a cui questa diagnosi venne diagnostica. Gould, dopo una carriera costellata di successi e all’apice della fama mondiale, decise di non esibirsi più in modo concertistico e pubblico al fine di ritirarsi in uno studio continuo e intenso per la sua arte. Una dedizione totale e isolata che lo allontanasse dalle relazioni pubbliche. La difficoltà del genio di mantenere un contatto con il mondo, la sua natura nevrotica fecero di lui un eremita della sua arte. La sindrome di Asperger è uno spettro ad alto funzionamento intellettivo dell’autismo. Le persone affette da tale sindrome hanno prodigiose capacità nella memorizzazione e nel calcolo, ma mancano purtroppo di una visione del dato reale. Gould appariva staccato dal quotidiano, completamente devoto alla musica classica, come se suonare lo proiettasse in un’altra dimensione in cui le note diventavano simboli e numeri che lo portavano all’estasi divina. Il lavoro teatrale che si intende fare è quello di approfondire questo isolamento autistico volontario in nome dell’arte e della dedizione per essa. Un lavoro che iconograficamente evoca i quadri di Hopper, gente sospesa che aspetta e attende qualcosa. Gould, Marco Brinzi, parla tutta la notte, l’ultima notte prima della sua ultima apparizione-concerto a New York, con una barista del drive-bar, una figura femminile materna e dalla natura molto americana che sembra essere l’unica a comprendere e ascoltare il suo flusso ininterrotto di manie, accettandone ed evidenziandone la parte ironica.

5 agosto – 11 agosto
SILVIA BENNETT, Exi(s)t
EXIsT è un progetto elaborato da Silvia Bennett, Michele Giunta e Caterina Simonelli.
Il lavoro prende ispirazione dalla teoria delle finestre rotte di Philip Zimbardo: una teoria sociologica secondo cui, investendo le risorse umane e finanziarie nella cura dell’esistente e nel rispetto della civile convivenza, si ottengono risultati migliori rispetto all’uso di misure repressive. Immaginiamo che l’umanità abbia completamente ignorato questa teoria, per anni… In questo spettacolo la musica crea ambienti sonori suggestivi, che portano l’immaginazione del pubblico in cunicoli oscuri, dove si anima la vita di una collettività sotterranea. Attraverso la danza l’interprete vive questi spazi portando il pubblico con sé, in una realtà estrema, spiazzante e psicotica. Dalla danza nascono vari personaggi, per raccontare una storia unica e particolare.

DEBORA MATTIELLO, Vietato oltrepassare la linea gialla
I personaggi, come apparizioni, si presentano, arrivano per partire, eppure vogliono disegnare una loro biografia, lasciare un segno, dire di sé, prima che sia troppo tardi, prima che la vita scoppi, prima che un luogo di partenze diventi un buco, una voragine, dove fermarsi per sempre. Una serie di personaggi, assurdi forse, grotteschi e malinconici, o forse buffi, figli di una quotidianità distratta, crudele e cinica, disegnano un affresco popolare, ironico e drammatico. Si ride delle loro comiche vite. Autori come Koltès, Cechov, Pirandello e Shakespeare hanno ispirato queste figurine evanescenti di surreale, quotidiana comicità. Siamo all’interno di una sala d’aspetto di una grande stazione, in un giorno d’estate… forse. Capita di sentiamo piccoli, minuscoli, ma padroni. Padroni della parte millesimale delle scale del condominio, della macchina pagata a rate, padroni della rata stessa, del mutuo conquistato a suon di ipoteche e garanzie della libreria montata a suon di bestemmie e dei libri, che non abbiamo mai aperto, ma che sono nostri (ci sta pure la dedica!), padroni dei souvenirs (la gondola, il centrino, la Torre di Pisa, la Tour Eiffel, persino il ponte di Brooklin e, se ci fosse, avremmo pure il plastico delle Torri Gemelle, prima e dopo, e di una villetta di Cogne… per sentirci parte di qualche salotto televisivo, della TV, quella pubblica, quella della quale dovremmo essere padroni); padroni dei propri dolori, della propria inettitudine, della goffaggine e della solitudine. Guardiamo la nostra vita dall’oblò dell’ombelico, ci sembra pure di scegliere e di decidere quando e come e se… eppure… Eppure poi, improvvisamente, arriva lo smacco. Non siamo i padroni di niente e perdipiù non siamo soli, su questa terra. La nostra piccola storiella quotidiana perde i confini, si sfuma, si confonde con quella grande dell’umanità e ci guardiamo intorno, fuori dal nostro territorio: le nostre paure sono anche quelle degli altri, di chi abita in un’altra scala, o in un altro paese. Peccato che spesso questo avvenga solo quando qualcosa di terribile ci mette tutti sullo stesso piano e ci rende vittime. Così la Grande Storia ci ricorda che siamo parte di una umanità.

12 agosto – 21 agosto
SILVIA PASELLO, Geografia amorosa
La relazione si dà soltanto se si realizza l’ esistenza dell’altro.
Sulla nostalgia della relazione.
Sulla pratica della relazione.
Si tratta di iniziare una ricerca partendo da quelli che abbiamo chiamato Studi muti di parola. A questo proposito abbiamo scelto alcuni brani del contrabassista Stefano Scodanibbio, tratti dall’album “Geografia amorosa”. Ci faranno da guida. In questa prima parte si tratteranno alcune linee elementari della relazione. Possiamo anche chiamarle attraversamenti. Linee spaziali, vocali, gestuali, linee di pensiero. Una geografia, appunto. Il gruppo di lavoro è tutto femminile ed è costituito da: Silvia Pasello, Silvia Rubes, Caterina Simonelli, Silvia Tufano, Maria Bacci Pasello.

 

 

 

 

 

 

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