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Si torna in scena a Monticchiello, nei 50 anni del Teatro Povero

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Da sabato 23 luglio a domenica 14 agosto 2016 andrà in scena sulla Piazza della Commenda il 50° autodramma del Teatro Povero di Monticchiello, Notte di attesa. Mezzo secolo, un anniversario che anche il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo ha deciso omaggiare facendo parte del Comitato d’onore di questo Cinquantenario importante per la comunità toscana che ne è protagonista, per la comunità teatrale internazionale considerando che il Teatro Povero di Monticchiello è fra le più longeve esperienze di teatro di ricerca italiane e non ultimo per la “comunità”   varia e affezionata, di pubblico, amici, studiosi di teatro, antropologia, sociologia che ogni anno torna per partecipare a questo rito vitale, poetico e di ispirazione.

Semplice e strabiliante è quello che accade dal 1967, in questo borgo medievale della Val d’Orcia (Patrimonio UNESCO): un intero paese affronta la vita con il Teatro. Ogni estate va in scena uno spettacolo che è ideato e realizzato dai suoi abitanti, che, riflettendo su loro stessi, diventano specchio di quanto accade a tutti. Il momento dell’incontro col pubblico è il tentativo di creare un senso condiviso delle trasformazioni in corso, delle nuove sfide, riavvolgendo ogni volta quel filo rosso che riporta alle origini culturali, sociali e umane di quest’esperienza. Tutto iniziò “dal basso”, in un piccolo centro senza un teatro, senza alcun grande regista o esperto a guidare il progetto e accadde mentre nel resto del mondo fervevano esperienze teatrali che dell’abbattimento del confine tra palcoscenico e vita avevano fatto il centro dell’indagine.

Il titolo di quest’anno racconta di una denuncia mai abbandonata, delle crescenti difficoltà per la sopravvivenza laddove il costante riferimento ai “numeri” ha segnato e segna un crescente abbandono del valore “umano” di chi vive realtà considerate insignificanti.

Locandina 2016 - Notte di AttesaIl filo conduttore dello spettacolo numero 50 si snoda e si sviluppa intorno al tema di un “assedio”.
Una notte di assedio, circondati da mura pericolanti e instabili, minacciati da oscuri crolli. Una notte insonne, di trepidazione, passata a confrontarsi sul da farsi e provando a rimanere saldi nei pensieri. Ma inevitabilmente aggrediti dal timore, dalla smania e dalla mania, dal bisogno di capire quel che davvero accade fuori e cosa è accaduto un tempo, prima che si arrivasse a questo punto.

Una veglia inquieta, la “Notte di attesa” del Teatro Povero, a cinquant’anni dal primo spettacolo portato in piazza. Il nemico è dentro o è fuori? Chi vive difendendo pur con fatica uno stile di vita più a misura d’uomo o coloro che abitano posti in cui non mancano i servizi ma pensati per massimizzare il profitto invece che il benessere? L’assedio è invece, forse ovunque? Oppure non è mai esistito ed era ed è solo un pretesto per resistere, per darsi uno scopo e un progetto, un motivo per stare assieme? E la paura di disperdersi non nasconde forse anche il desiderio di partire, di vivere e reinventarsi, di incontrare l’altro e l’altrove, la possibilità? E se mai fosse: cosa sarà indispensabile portarsi dietro? A cosa non si vuol rinunciare? Forse solo a quell’antica capacità di sentire la sofferenza, fosse anche muta. “Assedio” inteso solo apparentemente come assedio tradizionale, con un esercito fuori dalle mura e un popolo dentro le mura poiché il riferimento è alla complicata situazione che stiamo vivendo, all’impossibilità di vedere con chiarezza quello che accade fuori, a valutare gli accadimenti senza timore. Si può anche ritenere, poi, che non ci sia un nemico e quindi nessun assedio e allora la percezione di un pericolo imminente trasforma la narrazione in visione dove la paura diventa l’unica entità da combattere. Per scoprire che ieri come oggi l’unica vera forza è trovare il modo di unirsi, raccogliersi, scontrarsi magari ma uscendo dalla solitudine, col teatro, ad esempio.

E intanto nella piazza di Monticchiello le maestranze del Teatro Povero – che quest’anno vedono la presenza anche dei tre profughi del Gambia, ospiti del paese dal novembre scorso – allestiscono ogni estate quella che è una macchina teatrale e scenografica assieme, in dialogo con le pietre e le facciate delle case, con gli alti statuari cipressi, le slanciate mura duecentesche della chiesa. Un’atmosfera dalla cui forza materica, prende vita uno spettacolo ora realistico, ora onirico e animato da un coro di voci popolari. La scelta, lo strumento per resistere fu ed è ancora il teatro.

Per lo speciale anniversario  – il cui Comitato d’Onore per i festeggiamenti è composto, oltre al Ministro Franceschini dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, dal Consigliere Regionale Simone Bezzini, dal Presidente della Provincia di Siena Fabrizio Nepi, dal Presidente dell’Unione dei Comuni Val di Chiana Francesco Landi , dal Prefetto di Siena Renato Saccone, dal Sindaco di Pienza Fabrizio Fè, dalVescovo Diocesi di Montepulciano Stefano Manetti  – durante tutto il periodo delle repliche, è prevista per le vie, le piazze e gli spazi del Teatro Povero un’esposizione di foto, manifesti e costumi storici che ne ripercorre la storia.
Dall’1 luglio al 31 agosto sarà inoltre visitabile nel borgo la mostra di sculture “Memorie”, a cura di Daniela Capaccioli, artista con cui il Teatro Povero condivide l’indagine sulla memoria, sul rapporto dialettico tra passato e presente.  Dal 7 al 9 ottobre 2016, inoltre (luogo e dettagli in via di definizione) è in programma un convegno che approfondirà la storia di questa straordinaria esperienza guardando anche al suo futuro. Fra le presenze già confermate Alberto Asor Rosa, intellettuale e studioso di letteratura; gli antropologi Pietro Clemente e Fabio Mugnaini; tra gli studiosi di teatro Marzia Pieri, Andrea Mancini, Gianpiero Giglioni.

Appuntamento tradizionale, prima o dopo lo spettacolo anche quello con la Taverna di Bronzone, lo “storico” ristorante gestito dal Teatro Povero che offre la migliore tradizione culinaria locale, con piatti a chilometro zero tra cui i famosi “pici”, la pasta fatta a mano più conosciuta della Val d’Orcia. La Taverna sarà aperta a pranzo e a cena per tutto il corso delle repliche. Il Teatro Povero di Monticchiello ha il sostegno della Regione Toscana e l’attenzione del Comune di Pienza di cui è frazione.

UFFICIO STAMPA Elisa Sirianni: elisasirianni@gmail.com +39 347 291 9139

Maggiori dettagli sulla storia del teatro povero di Monticchiello sul sito http://teatropovero.it

INFORMAZIONI E BIGLIETTI
INFORMAZIONI, anche per pernottamenti alla foresteria del Teatro Povero:  tel. 0578 75 51 18 mail info@teatropovero.it sito www.teatropovero.it
BIGLIETTI Intero: € 13.00, ridotto (per bambini fino a 12 anni): € 7.00
PRENOTAZIONI TELEFONICHE  tel. 0578 75 51 18
PRENOTAZIONE ON-LINE: http://teatropovero.it/ prenotazione/
Il biglietto può essere ritirato solo il giorno dello spettacolo:
– dalle 9 alle 19: presso la sede del Teatro Povero, Piazza Nuova 1;
– dalle 19.30 fino alle 21.00: alla biglietteria (ingresso alla piazza).
Si ricorda che dopo le ore 21.00 decade il diritto di prenotazione.
Orario biglietteria: 19.30 – 21.30.

 

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