Al Funaro di Pistoia due eventi per la “Giornata per il teatro” del 7 maggio

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Riceviamo e pubblichiamo:

Il 7 maggio, ​a Pistoia, va in scena la “Giornata del Funaro per il Teatro”.
Sono in programma due avvenimenti:

1) nel pomeriggio la presentazione dell’Inventario dell’Archivio Teatrale di Andres Neumann​, pubblicazione​ che rende finalmente accessibile al pubblico ​circa​ 70.000 documenti riguardanti un periodo di mezzo secolo della Storia del Teatro e l’attività di artisti quali ​Tadeusz Kantor, Peter Brook, Bob Wilson, Bread and Puppet, The Living Theatre,  Meredith Monk, Pina Bausch, Dario Fo, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassmann, Enrique Vargas e molti altri;

2) alla sera va in scena La casa degli spiriti, una produzione di Afrodita Compagnia con Teatro Arabo-Ebraico di Jaffa, che vede in scena un cast composto da arabi, israeliani e italiani e la cui storia inizia nel 2000, uno spettacolo che oggi, a 16 anni dal suo concepimento, è una rinnovata dichiarazione di pace oltre che un tributo alla giornalista Rita Sala, recentemente scomparsa​.

​L’appuntamento, per come composto, testimonia con maggiore precisione il raggio d’azione del Centro Culturale toscano Premio speciale Ubu 2012 e premio dei Critici (ANCT)  2012, che comprende attività di Studio, Programmazione di spettacoli, Residenze artistiche (e alcune produzioni), Formazione Teatrale per professionisti e non, in un attento equilibrio tra territorio (e a proposito di territorio si ricorda la recente nominta di Pistoia come Capitale Italiana della Cultura nel 2017) e dimensione internazionale.

casa degli spiriti 2La storia di questo spettacolo costituisce lo spettacolo stesso e parte da molto lontano ed ora, come nel 2000, anno in cui è stato creato, è una dichiarazione di pace basata su tre ingredienti: il teatro, il cibo e “il femminile”. La residenza artistica al Funaro, premessa per il suo riallestimento, è stata voluta anche per raccontare all’Italia dell’esistenza del Teatro Arabo- Ebraico di Jaffa che, dal 1998, rappresenta a Tel Aviv, la possibilità di condividere uno spazio creativo e culturale per due popolazioni che fuori continuano una guerra sanguinosa e apparentemente senza fine. Convivono al suo interno due compagnie, una araba e una israeliana, si recita nelle due lingue e vengono portati avanti progetti collettivi e individuali: un’esperienza unica in Israele, sia in termini estetici che di coinvolgimento sociale.  “La Casa degli Spiriti” fu messo in prova a Tel Aviv, presso il Kibbutzim College of Education nel periodo della speranza di pace, appena dopo gli accordi di Oslo e sei anni dopo l’assassinio di Rabin. Allora non poté andare in scena perché scoppiò la seconda Intifada, gli attacchi Kamikaze erano continui e i giovanissimi protagonisti dello spettacolo, per la maggior parte studenti di teatro, venivano richiamati alle armi. Le prove vennero portate a termine solo grazie alla determinazione delle due registe, una uruguayana e una italiana, che avevano scelto un testo sudamericano perché da immigrate in Israele desideravano condividere col pubblico locale la cultura latina da cui provenivano. Il debutto avvenne solo l’11 settembre del 2003, al Festival Enzimi di Roma, per commemorare l’anniversario di Ground Zero e il Golpe Cileno. I protagonisti israeliani, ebrei e arabi, si unirono agli attori italiani a Roma per formare un cast che è oggi lo stesso di allora se si esclude la presenza di Alba Rohrwacher: all’epoca era una giovane attrice, alla sua prima esperienza teatrale professionale e contribuì allo spettacolo anche con la canzone “Ahia cum Balenamo”, creata da lei e sua sorella Alice, da bambine. “La casa degli spiriti” fu un enorme successo di pubblico e fu riproposto per quattro anni a Roma e presentato al Festival di Akko in Israele.

Oggi le speranze di pace in Medio Oriente sono soltanto un ricordo e riproporre il progetto è un nuovo tentativo di superare collettivamente il trauma di un popolo spaccato in due: una dichiarazione di intenti, oggi più di allora, a breve distanza dall’ultima guerra a Gaza, l’esplosione di Daesh e la decapitazione in diretta di James Foley, del 2014. Qui il teatro è inteso come “ponte”, strumento universale nato dagli uomini per parlare a tutti gli uomini. Ad esso si unisce con la stessa fisionomia di “anello di congiunzione” il cibo. Durante lo spettacolo, Alba, una delle protagoniste del testo di Isabel Allende, lo usa per ricostruire il rapporto con suo nonno ma allo stesso tempo lo offre agli spettatori per ringraziarli della loro presenza in veste di testimoni. Il cibo è un elemento per superare la sofferenza, per celebrare la vita, sia per chi lo cucina che per chi lo riceve. Il nome stesso della compagnia teatrale è una citazione del libro “Aphrodita”, sempre della Allende: ricette e racconti per ricordare attraverso la memoria dei sensi. Il “femminile” è il terzo ed ultimo elemento che pone l’accento sull’accoglienza e la possibilità di interrompere uno scontro aperto. Un tema caro a Afrodita Compagnia che da tempo si concentra su un’immagine di donna fuori dagli stereotipi. In questo senso “La casa degli spiriti” è una celebrazione della capacità di rinascere, della resilienza che spesso caratterizza le donne.

Lo spettacolo è in italiano e ha una durata di tre ore e mezzo. Durante le due pause gli spettatori condividono il cibo preparato in scena durante lo spettacolo.

il Funaro Centro Culturale
Via del Funaro 16/18 – 51100 Pistoia – Italia
tel/fax  +39 0573 977225tel  +39 0573 976853mail info@ilfunaro.org
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Ufficio stampa Elisa Sirianni tel +39 347 2919139 mail elisasirianni@gmail.com

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